L'arrivo si Suor Marta nella nostra Associazione:
Un Raggio di Sole del Signore, inviato dall'Africa.
Addis Abeba, eravamo appena giunti nella Casa Provinciale delle Suore di Sant'Anna. Tutte le Suore dell'Istituto ci hanno accolto con grande ospitalità, manifestando segnali limpidi di gioia. Qui abbiamo fatto conoscenza con Suor Marta che ci ha immediatamente parlato del suo Orfanotrofio di Guder, a più di 130 Km dalla capitale etiope. Ci ha invitato nella sua casa, ci ha parlato di tutte le sue bambine . Un fuori programma inatteso della nostra visita, visto che eravamo arrivati per inaugurare i pozzi d'acqua.
A Guder ci aspettava l'emozione imprevista dell'accoglienza di tante bellissime bambine. L'Orfanotrofio di Suor Marta si presentava così ai nostri occhi, semplice e spontaneamente in festa, con tante ragazze gioiose, con uno straripante giubilo che ci inondava improvvisamente i cuori, con tanti petali di fiori. Un'accoglienza a cui non eravamo affatto preparati. La nostra felicità, però, immediatamente si è diradata, perché se da una parte eravamo entusiasti della calorosa accoglienza, ben presto dovevamo renderci conto della drammatica realtà.
Sessantaquattro bambine, orfane, ben distanti dal nostro modo di vivere, con problemi che non possiamo neppure capire a causa del nostro naturale benessere. Bambine senza genitori, senza acqua, senza una carezza quotidiana se si esclude quella spontanea delle Suore e delle compagne. Abbiamo parlato molto del loro futuro, del loro domani, senza avere mai una risposta certa. Suor Marta ci spiegava tutte le difficoltà nel tirare avanti. Suor Marta ci parlava delle sue angosce e paure, perché l'Orfanotrofio era la loro unica salvezza e l'Orfanotrofio da solo non era in grado di garantire un sereno avvenire.
Avevamo già sentito parlare di adozioni a distanza, il nostro progetta doveva diventare più grande, ne sentimmo immediatamente la necessità.
Dopo l'esperienza vissuta in Africa, il pensiero all'Orfanotrofio è diventato costante e, come per un progetto divino, ecco un altro evento che mai avremmo potuto immaginare. Dopo appena due mesi dalla nostra visita in Etiopia, Claudio Maneri, Presidente della Fondazione Butterfly, ci ha fatto la grande sorpresa che aveva le sembianze di un dono immenso. È riuscito, caricandosi di tutte le spese, a far giungere in Italia Suor Marta, la quale non è riuscita a nascondere la verità di non essersi mai allontanata dalla sua terra. L'Italia per lei è stata diversa da come l'aveva immaginata. Suor Marta è nata in Etiopia ed è sempre vissuta laggiù, combattendo quotidianamente con problemi invalicabili come un bicchiere d'acqua o la semplice domanda di una bambina che inizia, in ogni posto del mondo, con un perché.
Suor Marta è rimasta con noi per una settimana soltanto e mai saprei dire se una settimana della nostra vita sia stata altrettanto breve. Meraviglie (le sue), ammirazione (la nostra) si intrecciavano in discorsi e descrizioni. La nostra vita si contrapponeva totalmente al suo vivere, vite e luoghi troppo diversi. Le nostre riflessioni sembravano sferzate nel cuore e nella coscienza: noi consapevoli della facilità delle cose, senza rendercene conto, lei semplicemente ammaliata al cospetto del portale di una chiesa che, purtroppo, ci siamo abituati persino a non notare più.
Suor Marta è diventata così un esempio vivente di Dio. La sua tranquillità, la sua continua speranza, la sua serafica pace, ci hanno insegnato che troppe volte il piacere di vivere è suggellato nel dare qualcosa, piuttosto che nella costante ricerca di ricevere.
Le bambine di Suor Marta aspettano una madre, un padre, dei fratelli, delle sorelle, così immediatamente tantissime persone si sono sensibilizzate, sostenendo il progetto dell'adozione a distanza. Un progetto che non richiede sacrificio, ma che silenziosamente riesce a far giungere una carezza sul viso di tante bambine che prima della notte pregano per continuare a credere nel loro domani, anche il più semplice ed umile della terra.
Suor Marta è partita per Guder. La sua vita è lì, la sua vita è semplicemente una Missione per altre vite. Il nostro cuore era triste quel giorno, ma adesso sappiamo che presto la rivedremo perché vogliamo che il suo sorriso non smetta mai di risplendere nella speranza, perché noi non vogliamo dimenticare nulla di quanto ci è stato concesso di imparare in questa santa lezione di vita. |